domenica 13 luglio 2014

Mythology - il backstage!

Credo che per molti di quelli che mi seguono possa essere interessante sapere come nasce un fumetto "fatto in casa" che, vi assicuro, non è così diverso da un fumetto realizzato professionalmente (cioè, per farci dei soldi). Non essendo riuscito a trovare un posto per me, nel panorama fumettistico (e forse nemmeno m'interessa), ho deciso di crearmelo da solo. Stampare un fumetto e poi farlo distribuire è molto dispendioso, ecco perché ho dovuto trovare una soluzione che mi permettesse di non rimetterci economicamente (anche se in salute ci rimetti sempre... c'è poco da fare). Quindi vedremo insieme i passi che servono (o che almeno sono necessari a me), per realizzare un fumetto "indipendente", in questo caso "MYTHOLOGY". Come ho già accennato, non sono stato in grado di curarne anche i disegni, limitandomi ai testi e alla parte grafica e ovviamente alla supervisione del lavoro del disegnatore, il bravo Carlo Rotolo. Sebbene io non sia per la democrazia (oggi devo constatare con rammarico come l'uso della frusta e le minacce siano ormai perseguibili dalla legge), ho dovuto andare in contro alle esigenze di Carlo, cercando di aiutarlo come potevo e di seguirlo durante questa avventura. Cionondimeno Carlo si è dimostrato non solo un grande illustratore, ma anche un valido aiutante. Si deve a lui la traduzione in inglese.
Ora, bando alle ciance, e vediamo quali sono i passaggi necessari per la nascita di un fumetto. Il primo passo è ovviamente avere in mente una storia...

Il Soggetto
Sviluppare una storia è difficile, molto difficile, e raccontarla nel modo giusto è un'impresa epica. Scrivere un soggetto (che equivale ad un sunto della storia, e può essere di 20 pagine, come di 10 o 5) permette di delineare con maggior efficacia la trama e i personaggi. Il mio consiglio è cercare di essere coerenti e scrivere il minor numero di cazzate possibili: il tutto deve risultare credibile e funzionale al contesto, per quanto alle volte sia difficile riuscire nell'intento. Per credibilità mi riferisco alla valenza che la vicenda e i personaggi assumono in quel determinato contesto che si è venuto a creare, divenendo così verosimile. Il realismo, invece, è un'altra cosa: non sempre coincide con la credibilità, quanto piuttosto con il contesto in cui ambientare la storia.
Vi faccio un esempio: Spider-Man di Sam Raimi è estremamente credibile, senza tuttavia essere realistico, ma non può in nessun caso esserlo, dato che non può esistere al mondo un tizio che si arrampica sui muri e spara ragnatele dai polsi; ed è questo il motivo per cui The amazing spider-man di Webb non centra il bersaglio: crede davvero di presentare un impianto narrativo realistico, sacrificando la credibilità della messa in scena della vicenda, con situazioni "surreali": ovviamente la narrazione e i personaggi crollano su sé stessi. Un altro esempio è il film Il grande match: sebbene il contesto sia realistico e anche l'intreccio tra i personaggi funzioni alla grande, non è per niente credibile vedere due vecchietti che, contro tutto e tutti, se le danno di santa ragione sul ring (anche se questi due sono Stallone e De Niro).
In ogni caso, dopo aver delineato per bene l'intera struttura narrativa, si passa finalmente alla scrittura di una sceneggiatura.

Sceneggiatura
Ma come si scrive una sceneggiatura? Beh, per quanto riguarda il fumetto, occorre capire quale formato sia meglio utilizzare e ne abbiamo di diversi tipi: quello americano, quello francese o quello bonelliano (dato che ormai il fumetto italiano è identificabile con il formato utilizzato in Bonelli). Questo comporta il numero di pagine da usare, il numero di vignette visualizzabile in una singola tavola, e ovviamente quello che si può o non si può mostrare. Ovvio che in un fumetto Marvel non vedrete mai una tetta o un pisello, di contro, è più plausibile vedere questo genere di cose in un fumetto francese. Se invece decideste di scrivere una graphic novel, direi che quasi non ci sono limiti a quello che potete mostrare (pensate a From Hell, o Il Ritorno del Cavaliere Oscuro). Quando si scrive una sceneggiatura non occorre essere forzatamente dettagliati (opinione personale), ma almeno precisi nei fattori che vanno a comporre la scena (atmosfera, personaggio e inquadratura).
Vi faccio un esempio:
Inquadratura dall'alto della stanza. John è vicino al tavolo, sul quale troneggiano i resti del suo pasto precedente. Si respira solitudine, guardando la scena.
Per me una cosa del genere è già tutto, ma ci sono persone che si ostinano persino a descrivere i resti del cibo, delle decorazioni della sedia e altro... sul serio, non occorre! Si rischia solo di limitare il disegnatore, piuttosto che spingerlo ad essere creativo.

 Siccome stiamo analizzando Mythology, vi posterò le tre tavole di sceneggiatura di quest'ultimo. Noterete che, rispetto al risultato finale, alcuni dialoghi sono differenti, questo perché in corso d'opera si è deciso di cambiare alcune locuzioni verbali: alcune perché erano stupide, altre per adattarle al contesto e al disegno, altre perché mi giravano così

 pag 1
1
Panoramica di una lunga landa innevata, in lontananza intravediamo alcune costruzioni: sembrano castelli, e c'è un ponte, il bifrost. L'atmosfera che permea la vignetta è un qualcosa di magico e unico. Risuona nel cielo il fragoroso fonema di un corno, accompagnato da una potente onomatopea.
Woooooooooooooooo

2
Inquadratura leggermente dal basso del bifrost. Il suono del corno proviene da lì.
Wooooooooooo

3
Ci siamo spostati sopra il bifrost, inquadratura leggermente dall'alto. Vediamo un cavaliere. Suona il corno che ci ha assordato nelle vignette precedenti.
Wooooooooo

4
In P.P. vediamo il cavaliere, in s.p. c'è il Dio Tyr che sale la scalinata, di corsa. La sua mano destra è posticcia, fatta di metallo.
Tyr: Heimdallr!

5
P.P di Tyr, sorridente.
Tyr: Cosa succede? Un attacco? I giganti sono venuti a prenderle?

6
M.B. di Heimdallr, che si volta verso Tyr, in realtà verso il lettore.
Heimdallr: La bestia è scappata...

7
Dettaglio dell'occhio di Tyr, che si sgrana, in preda ad una furiosa paura.


Pag 2
1
In pp di spalle vediamo Tyr, inveire contro Heimdallr, che si trova sullo sfondo, in sp.
Tyr: E tu lo hai lasciato passare? Ti ha dato di volta il cervello?
Heimdallr: Se fosse passato di qui, lo avrei fermato, stupido idiota! Ha preso un'altra via!

2
Dettaglio della mano di metallo del Dio Tyr, tremante.
Tyr: Se il figlio di puttana ti è sfuggito... allora vuol dire che... che abbiamo un traditore...

3
PP di Heimdallr, leggermente di quinta, che scruta lontano.
Tyr vfc: che è riuscito anche a sottrarsi al tuo occhio lungo...

4
Heimdallr in pp frontale, inquadrando, però, solo il busto, testa esclusa. In sp, alle sue spalle, Tyr.
Tyr: Dobbiamo avvertire il padre! Subito!
Heimdallr: Lo sa...

5
CM, dall'alto. Sala del trono di Odino, che è seduto sul trono. Accanto al suo trono, in piedi, c'è il figlio Vidar. Davanti a lui, invece, in ginocchio, Loki.
Didascalia: Ne sta venendo informato giusto ora.

6
PP di Loki, di profilo, che abbozza un sorriso. Il capo chino. i Lunghi capelli gli coprono gli occhi, quindi non gli si vede bene il viso, in questa inquadratura.
Didascalia: Gioisci, fratello...


Pag 3
1
PP di odino, che tiene il viso poggiato sul suo pugno. Ha uno sguardo freddo. Ricorda la benda.
Didascalia: Perché stiamo per vivere nella gloria del tempo.

2
Inquadratura leggermente di lato. Adesso inquadra Vidar, a braccia conserte, in MB, di profilo. Si vede anche un po' Odino nell'inquadratura.
Didascalia: Mangia, bevi, fotti...

3
Stacco d'inquadratura. Dall'alto. Un luogo aperto, sempre innevato e magico. Lievi fiaccole illuminano il posto. C'è un fiume, poi due massi enormi a cui sono attaccate delle catene enormi, spezzate. E ci sono dei cadaveri, soldati di Asgard, fatti a pezzi, dilaniati. Impresse nella neve vediamo le impronte gigantesche di un canide... di un lupo.
Didascalia: Perché il Ragnarok è iniziato...


Lo studio dei personaggi
Una volta scritta la sceneggiatura, io passo allo studio dei personaggi (ma non sempre... a volte è un personaggio che mi spinge a scrivere una storia, ma per oggi crederemo che questo sia l'ordine corretto). Per tutti i personaggi realizzai degli studi che sono alla base di quelli visti nelle tavole definitive. Quando li passai a Carlo, ovviamente lui li ha interpretati attraverso il suo stile. Si discuteva spesso del più e del meno. Ricordo che una discussione verteva sul fatto se fosse opportuno che gli asgardiani indossassero un'uniforme o un'armatura. Comunque sempre discussioni pacifiche nel rispetto del mio e del suo lavoro (che è come dovrebbe essere, anche se non sempre è così). In ogni caso vi lascio ai miei studi.

Heimdallr
Tyr





















Odino
Loki
 


















Vidar


Layout
Delineati i personaggi a livello grafico, mi occupai dei layout, ovvero degli studi preparatori della tavola, in cui si mettono a fuoco le inquadrature. I miei layout sono sempre molto veloci, e ovviamente privi di dettagli, perché il mio obiettivo primario è rendere funzionale la lettura del racconto, attraverso delle inquadrature che risultino almeno corrette. Questi layout sono alla base delle tavole poi pubblicate. Carlo fu felice quando seppe che c'erano già i layout, dato che aveva già la scena. Ovvio che poi alcune cose siano state costruite molto meglio nelle tavole definitive, e altre siano totalmente cambiate. Dopotutto i layout non sono altro che una traccia.






















La cover
Quando si lavora ad una copertina, c'è da tener conto che in genere questa è la vera presentazione del fumetto: si deve elaborare qualcosa in grado di attirare l'attenzione di un potenziale lettore. Nel caso di Mythology sapevo bene come rendere la cover e vi spiego il perché: semplicemente il concepimento da parte mia di questa storia è antico quasi quanto il mondo. Quando pensai a Mythology ero piccino piccino picciò. E quindi già disegnai all'epoca la copertina, con tanto di logo... che ho ancora conservato... ma che non vi mostrerò mai, se voglio salvaguardare quel poco di dignità che m'è rimasta. In ogni caso ho ripreso quel disegno e l'ho rifatto completamente. Ho quindi realizzato una bozza preparatoria, e poi ho lavorato su quella, inchiostrando direttamente sulla matita, quindi son passato al colore.




















Come potete constatare, alcune cose sono state rese direttamente in digitale, col colore, come ad esempio la consistenza pelosa della pelliccia o la peluria attorno all'occhio da lupo. Il logo l'ho ricavato modificando un font scaricato dalla rete (non ricordo quale), mentre il lupo stilizzato è... no... questa non ve la dico, provate ad arrivarci voi!

Le Tavole
Ci siamo. Dopo tante prove, tanta preparazione, finalmente si può arrivare alle tavole finite! Giusto? Beh, no... anche il lavorare su una singola pagina porta molti problemi e pone parecchi interrogativi. Carlo era solito mandarmi tutto quello che faceva, perché io supervisionassi (e credetemi, sono un tale cagacazzo...). Vi posto i lavori che mi son stati mostrati. Io scrivevo le correzioni e le modifiche da apportare, direttamente sulla tavola speditami. Credo che le suddette correzioni parlino da sole.






















































La versione definitiva
Con questo avete potuto constatare la mole di lavoro che c'è dietro ogni tavola, dietro ogni singola inquadratura. Le tre tavole finali mi soddisfano molto. Personalmente adoro l'ultima vignetta della terza tavola e la prima della pagina 1. Carlo si preoccupava, ma ha fatto un lavoro incredibile nella resa finale  Voi invece cosa pensate? Avete delle domande da fare? Bene, fatele! Intanto che ci riflettete, un saluto!





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